Presto pulita anche la scultura cinquecentesca della Pietà
Da non molti giorni si sono conclusi gli interventi di manutenzione ai due busti con lapidi commemorativi di Pascoli e Serpieri, e ora una nuova opera artistica passa sotto le mani dei restauratori. Stavolta si tratta di un’opera ben più antica, databile al Cinquecento (i due monumenti precedenti erano degli anni Venti del Novecento): l’altorilievo con il ‘Cristo in Pietà’.
<Dopo il bel risultato ottenuto col rinnovamento dell’atrio monumentale del palazzo – spiega il presidente dell’amministrazione Giorgio Londei – in cui sono stati puliti i due busti e le lapidi e sono state ritinteggiate le pareti, che si presentavano scrostate, è ora il turno di un’altra opera, più defilata ma di interesse storico più alto, la scultura della Pietà che si trova sopra la porta del Circolo Cittadino, all’estremità destra del porticato. Un altro passo che va nella direzione di mantenere il decoro del palazzo quanto più possibile>.
La pulitura del ‘Cristo in Pietà’ sarà effettuata nell’arco di una settimana, entro metà marzo, a cura della ditta urbinate ‘Il Compasso’, di Michele Papi, già operativa per i monumenti dell’atrio. È prevista la rimozione dei materiali depositati nel tempo sul rilievo (polvere, guano, residui di smog) e la stesura di uno strato protettivo finale.
La scultura, che presenta tracce colorate, probabilmente di doratura, raffigura Cristo morto che emerge dal sepolcro, tipica iconografia di Gesù in Pietà, emblema frequente dei Monti di Pietà, ovvero i banchi dove si andavano ad impegnare beni e gioielli in cambio di un prestito in denaro, unica alternativa agli usurai, nei secoli antichi. Dove oggi sorge il Collegio Raffaello infatti, in alcuni locali non lontani da dove oggi vi è la scultura, aveva sede il Monte di Pietà urbinate, costituito proprio in epoca ducale. Da questi elementi storici, oltre che dallo stile della scultura, si può ipotizzare la datazione di inizio Cinquecento. Il rilievo è stato poi ricollocato nel Settecento nell’attuale edificio, preservandolo dalla distruzione.